Parmigianino, che maniera!

Ambizioso, in anticipo sui tempi, maledetto… C’è tanta bellezza ma c’è anche tanta complicata contraddizione nella vita e nell’opera di Parmigianino. Un travagliato camaleonte colpito dalla “maledizione dei 37”: quasi una versione rinascimentale della “maledizione dei 27” che colpì tanti divi rock, e che fermò presto la vita di Francesco Mazzola così come quella

di Raffaello e di altri artisti.

E’ una carrellata vivissima quella che un anno fa ha pubblicato Roberta Tosi (Parmigianino. L’artista in Italia, ed. Odoya), con un racconto che è punteggiato anzitutto dalle opere, ma anche dagli elementi che conosciamo sulla vita di Parmigianino, o almeno su una sua parte. Già, perchè i misteri non mancano certo: dalla suggestione per l’alchimia alla sua enigmatica solitudine.

Ambizione d’artista, certamente: come quella che lo mosse a presentarsi a Roma con il suo straordinario e modernissimo autoritratto entro uno specchio convesso. Oppure il contrastato rapporto con i fabbricieri della Steccata, dove pure resta uno dei suoi affreschi più suggestivi: Le vergini stolte e le vergini sagge.

E’ stimolante seguire il percorso del giovane che cresce all’ombra di Correggio, specie nel lavoro in San Giovanni, ma che subitpo ne esce per ricercare una luce tutta propria: anche dove a Correggio continua a pagare un tributo (come gli affreschi di Fontanellato che certo hanno una ispirazione nella correggesca Camera di San Paolo), Francesco aggiunge motivi pittorici e agganci storico-mitologici completamente originali.

E che dire dei visi di Antea, oggi a Capodimonte, e soprattutto della Schiava turca (Galleria Nazionale), “dallo sguardo degno di una Monna Lisa leonardesca”, lui che con Leonardo divide anche – come pochi altri artisti dell’epoca – l’attenzione al disegno.

Poi i ritratti e gli autoritratti anche di età più matura, la sensualità anche di alcune sue Madonne. E, sempre a proposito di Madonne, quella col collo lungo resta una dselle opere più note, che contiene anche un richiamo alla Pietà michelangiolesca.

Nel libro c’è anche un invitante itinerario fra Parma, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, senza dimenticare le opere custodite all’estero. Pagine che rinnovano il fascino di un maestro dell’arte in continuo e precario equilibrio fra la bellezza della maniera pittorica e la ricerca – sulla tela come sulla vita – di una perfezione impossibile non solo da raggiungere ma forse anche solo da identificare.

GLI ULTIMI ARTICOLI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *