Parma in carrozza

Immaginate di vedere seduti a un tavolino, nella Piazza che oggi è dedicata a Garibaldi, il barone di Montesquieu dissertare della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), l’inglese Joseph Addison raccontare la sua idea di quotidiano (The Spectator) e il marchese de Sade anticipare qualche nuova storia a tema libertino… Una scena che poteva succedere solo con

la macchina del tempo ma che non è completamente irreale: quei tre personaggi, che hanno fatto la storia, a Parma ci sono stati davvero.

E sono tante le testimonianze lasciate da viaggiatori che dalla nostra città sono passati nei secoli, dall’era farnesiana a quella borbonica. Parma ha oggettivamente esercitato un fascino a livello internazionale, specie dopo che Maximillien Misson (autore di Voyage d’Italie) la inserì fra le tappe d’obbligo del Grand Tour fra l’Europqa occidentale e Roma. Anche se non sempre ha goduto di ottima fama: il primo duca, Pier Luigi Farnese, era identificato in Francia come “un bastardo del Papa”. E la vicenda del Ducato lasciato in eredità al “ventre pregnante” di Enrichetta d’Este (vedi in fondo all’articolo per saperne di più) veniva giudicata con scherno.

Sono trascorsi ormai più di 30 anni da quando Giorgio Cusatelli e Fausto Razzetti, per le edizioni Guanda e come dono agli abbonati Gazzetta di Parma, riunirono in un intelligente e scorrevole libro i giudizi via via lasciati da autorevoli visitatori stranieri.

E’ bellissimo “vedere” la città atraverso quegli occhi forestieri. Una città con tre ponti (uno dei quali solo a beneficio del duca, fra la Pilotta e il Parco Ducale), il Teatro Farnese “una delle più belle sale del mondo”, il fascino di Veneri e Madonne (Carracci, Schedoni).
E poi la Cittadella, la Certosa… Ma naturalmente tante attenzioni sono per le opere di Correggio e Parmigianino: la cupola del Duomo è descritta come “la più sublime nel suo genere” e c’è chi si limita a scrivere “Vedendo le opere del Correggio mi sentii subito sconvolto” ( Jacques-Louis David).

Un viaggio nel tempo che dovrebbe resituirci la voglia di ammirare, e studiare, la nostra piccola bella città.

L’EREDITA’ DEL “VENTRE PREGNANTE”: leggi qui

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