Quel Dizionario liscio, dolce, color malva

Va soppesato, oltre che letto. Quelle 475 pagine dicono proprio del peso che le donne hanno avuto nella storia di Parma: un peso, però, mai sufficientemente ricordato e valorizzato. Fino a 10 anni fa. Già, perchè

sono appunto 10 anni da quando, con un lavoro certosino per il quale non la ringrazieremo mai abbastanza, Fabrizia Dalcò ha firmato il “Dizionario Biografico delle Parmigiane”. Una pubblicazione nata su iniziativa della Provincia di Parma, con lo scopo – sottolineato in introduzione dalla autrice del volume – di “dare valore e risalto alla storia delle donne di Parma”. Storie che troppo spesso “si confondono, si annebbiano, si perdono”.

Resto sempre doppiamente ammirato da quella sfilata di nomi in ordine alfabetico: ammirato dalle protagoniste di tante storie importanti, e ammirato dallo scavo paziente di chi le ha riunite in quel Dizionario, che mette insieme imperatrici e cuoche, scienziate e cantanti. Storie anche di violenza: dalle donne che ne furono vittima sotto il fascismo a chi vittima è stata di una violenza più vicina nel tempo e per certi versi più inaccettabile, in anni teoricamente di pace. Anche per questo, dieci anni dopo, la gratitudine è – se possibile – ancora maggiore.

Ed è anche grazie a questo libro, che meriterebbe nuova diffusione e magari un aggiornamento, che questi dieci anni – pur fra tante discriminazioni e violenze vecchie e nuove – hanno portato anche tanti passi avanti, verso l’ovvia consapevolezza che le diversità di genere significano ricchezza, e non giustificano alcun tipo di disparità e sopraffazione.

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