Parma: due libri, obiettivo Bellezza. E se lo stadio…?

Ho messo insieme due libri diversi, uno solo dei quali legati a Parma Capitale ma accomunati dall’essere ricchi libri (anche) fotografici usciti durante il biennio 2020+21. C’è una tradizione lunga che

in Parmateca avremo modo di ricordare prossimamente (Bavagnoli, Ceresa…) ma che evidentemente sembra destinata a non esaurirsi.

Lasciando ovviamente agli esperti i giudizi fotografici più approfonditi, certamente sono due pubblicazioni che ci ricordano la grande fortuna della grande bellezza che ci circonda. E dovrebbero essere anche uno stimolo per indurci, magari proprio dopo averle sfogliaei, a recarci dal vivo nei tanti tesori di Parma (e dei dintorni).

Mi limito a descrivere sommariamente i due libri, invitandovi poi a recarvi nelle librerie (altri luoghi che dovremmo frequentare più spesso…) e prendendone poi spunto per una modesta proposta finale. Il primo e più importante è “Parma my love” curato per Vos da Alberto Nodolini, scenografo e fotografo conterraneo di Zavattini (Luzzara), parmigiano d’adozione e poi per 30 anni arti director di Vogue Italia. Nodolini ha disegnato un viaggio a più mani che si avvale del contributo di fotografi, scrittori, esperti d’arte e giornalisti di Parma. Una pubblicazione di alto profilo (fu donata al Presidente Mattarella quando venne ad inaugurare la stagione di Parma capitale della Cultura), che trasmette emozioni e stimoli. Mette insieme caldi bianconero del passato, scorci tradizionali ma resi con grande qualità e anche alcune reinterpretazioni davvero stimolanti. Il tutto è accompagnato da scritti che svelano o rileggono Arte e Storia di Parma: da Antelami a Toscanini, dall’illusione nella Certosa alla magìa del Museo Guatelli. Uno straordinario film di carta, che allo stesso tempo esalta Parma ma non cade nelle consuete e ritrite formule del passato e guarda invece al futuro.

Avevo poi scoperto quasi per caso, in libreria, l’altro volume: “Parma Grand Tour” di Christian Ronchin per Cartesua. Grand Tour è una collana nata nel 2019 che qui ha voluto rendere omaggio alla capitale della cultura: una sequenza che va dal Medioevo all’enogastronomia. E anche qui davvero non mancano le emozioni e gli stimoli, grazie alle immagini e al testo.

Ma parlare dei due libri, di cui poi ognuno misurerà il gradimento e l’eventuale interesse personale approfondendo e sfogliando, è anche l’occasione per riproporre un tema che a me pare cruciale, negli anni in cui ormai quasi tutto vira dall’analogico (nel nostro caso cartaceo) al digitale. C’è una Memoria di Parma, appunto fotografica innanzitutto, che è tempo di fissare, decidendo come conservarla e perpetuarla. I libri, il lavoro dei fotografi parmigiani che si sono imposti a livello nazionale o internazionale, il patrimonio (non meno ricco e spesso non meno qualitativo nonostante nascesse dalle esigenze della cronaca quotidiana) dei fotografi dei giornali come Ferraguti o Rosati, le tv locali la cui storia è ormai lunga quasi mezzo secolo… Mentre Napoli ha varato un museo multimediale della città, mentre con piacere leggo oggi (dopo averla notata proprio nei giorni scorsi passandoci in bus) che la Barilla valorizzerà la sua storica bottega di via Repubblica, penso che Parma abbia davvero tutto per costruire a sua volta una Casa multimediale della Memoria: un “non museo”, ovvero una installazione viva e allettante per le visite di parmigiani e turisti.

La sede? Ovviamente non dimentico la realtà dello CSAC, ma non ne conosco la disponibilità degli spazi, ma allo stesso tempo mi sollecita la notizia – nel cui merito non entro perchè lascio il compito ad altri più esperti – che stia progredendo l’idea del nuiovo stadio. Ebbene, chiedo pur da profano di eocnomia, siamo sicuri che nuove istallazioni commerciali in una città che ne è già satura sarebbero più attrattive (e più utili alla collettività) di uno “Stadio” della memoria della Città, che completasse il già bellissimo Museo Ceresini che ricorda la storia del Parma e magari trovasse posto anche per l’auspicato Museo dello Sport di cui parlavano spesso personaggi come Gian Franco Bellè e Luciano Campanini.

Forse mi illudo, ma cedo che così sarebbe davvero (più che con anonimi “super”mercati) un luogo da vivere per tutta la città e non solo. Parma, chi ci sta…?

(N.B. – La foto che accompagna questi libri è ovviamente un collage casuale preso al volo sfogliandoli, per di più con telefonino, solo per dare un’idea delle pubblicazioni. La qualità del lavoro dei tanti fotografi che firmano le immagini va ovviamente apprezzata sui libri stessi).

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