Salimbene: promette bene quel giovane cronista di 800 anni

Non sarà stata come speravamo, ma la stagione di Parma Capitale della Cultura potrebbe forse offrire il suo regalo migliore con la sua…fine. Proprio così:

una volta sceso il sipario su questi 24 mesi atipici e travagliati, ci potremmo forse accorgere che se è mancata inevitabilmente la continuità (e qualcuno dice anche il grande evento) non sono invece mancati gli spunti, se avremo la pazienza e la capacità di raccoglierli e svilupparli.

Uno di questi è la divulgazione di ciò che già esiste e che spesso conosciamo assai poco. Il discorso già vale per i giganti: Verdi, Correggio, Antelami, Parmigianino… Vale per personaggi di grande caratura in campi anche svariati (penso a Guareschi, ma anche alla cucina dei Cantarelli o ai racconti di Egisto Corradi e alla favole delle sorelle Fontana). Tutte figure che non solo occupano pagine importanti della Storia nostra e non solo nostra, ma che spesso racchiudono in sè lezioni quanto mai importanti e necessarie, di umiltà e di ricerca, se vogliamo ricostruire un percorso di crescita per la nostra collettività.

Ne è un esempio da…manuale, visto che proprio in un libro si è concretizzato, il Salimbene de Adam riassunto e spiegato da Guido Conti e Adriano Della Valle. Una operazione culturale nata con il contributo del Comune, edita dalla Libreria Ticinum e supportata dalla Gazzetta di Parma, che ha presentato il libro nelle edicole insieme al quotidiano cittadino.

Partendo dalla traduzione di Berardo Rossi, Conti e Della Valle hanno scelto passi significativi della Cronaca di Salimbene, e soprattutto hanno saputo collegarsi e presentarli ogni volta con brevi testi capaci di guidarci in una lettura che ci porta nel Medioevo ma a tratti appare davero modernissima. Salimbene ha da insegnare ai cronisti del terzo millennio, per curiosità, capacità di coltivare le fonti, chiarezza e anche senso dell’ironia.

Non a caso, spiega Conti, alla sua scrittura si sono in parte ispirati anche nostri scrittori modernui quali Guareschi, Malerba e Tonna. Inoltre, nel 700° dedicato a Dante, si può rilevare come alcuni personaggi della Divina Commedia fossero stati in parte descritti proprio dalla Cronaca di Salimbene: da Pier delle Vigne al parmigiano Asdente. E c’è il “Penitenziàgite” di Gherardino Segalello che molti ricorderanno urlato dal Salvatore del Nome della rosa di Umberto Eco.

C’è poi naturalmente tanta storia parmigiana da ri-conoscere: dalla prima pietra del Battistero, posata proprio dal padre di Salimbene, alla storica battaglia che sconfisse l’imperatore Federico II e la sua città “Vittoria” dalla quale Parma era stata posta sotto assedio (già: neppure all’imperatore riuscì di passare la Parma…). Duecento pagine che ridanno luce a un testo famoso tra gli studiosi ma certamente assai meno fra il grande pubblico: ed è proprio da qui che, come dicevamo, può passare per Parma un futuro non da capitale ma con tanta vera Cultura.

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