La terra e il lavoro nei Mesi e nel succedersi delle Stagioni, il fascino straordinario del Battistero, la realistica espressività della Deposizione. E’ imponente l’eredità che Parma ha ricevuto da Benedetto Antelami e che caratterizza il cuore artistico della nostra città fra Cattedrale e Battistero.
Il volume “Antelami a Parma”, edito da Franco Maria Ricci e uscito in edicola insieme alla Gazzetta di Parma, è racchiuso in 70 pagine ma di grande sostanza e con la consueta eleganza (fin dalla copertina con lo sfondo nero che è un marchio di fabbrica) dell’editore del Labrinto della Masone scomparso lo scorso settembre.
I mesi, ora in mostra nel Battistero dove le statue sono state poste a terra, sono il simbolo di quella “coltivazione del creato” che è compito dell’uomo, come dice nell’introduzione il vescovo Solmi, nella ricerca della “armonia fra tempo e lavoro”.
Le splendide fotografie fanno davvero sentire a contatto con i capolavori che Parma ha la fortuna di ospitare. E ci fanno entrare in quella affascinante e colorata enciclopedia del Medioevo e della religiosità che è il Battistero, con le sue lunette ed i suoi affreschi. Una pubblicazione semplice e raffinata insieme: un testo che dovrebbe essere davvero in tutte le case parmigiane, per la Conoscenza e come stimolo per recarsi, appena possibile, ad ammirare quelle geniali creazioni che arricchisono una delle piazze più belle e importanti d’Italia. E anche per imparare quella eterna lezione su fatica ed impegno, con cui a ciascuno di noi spetta darsi da fare per far fruttare il proprio piccolo ed effimero pezzo di mondo.
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